Mi
sveglio di colpo, il sonno alcolico delle cinque di mattina è molto leggero e
il torpore passa quasi subito, lo sollevo come una pellicola trasparente.
Nella
semioscurità localizzo vestiti, mensole ricolme di oggetti (le mie lenti a
contatto in una tazzina da caffè), amplificatori, ciabatte sdrucite. La luce tenue
dei lampioni filtra dalla finestra semichiusa, tutto tace.
Mi
alzo, piano. Non occorre che ti svegli, ho già detto che non avrei dormito da
te.
Prendo
la tazzina e vado in bagno. Mettersi le lenti sugli occhi impiastricciati di
trucco e cisposi per il sonno e il vino è un’impresa. Sono tutte secche, come
se non bastasse. Allora faccio una cosa schifosa, a mali estremi: ci sputo
dentro, un pochino, così le umidifico. Me l’ha insegnato Carlotta, una volta
lei l’ha fatto su una mia lente che mi ero tolta per sbaglio, in una discoteca,
nel bel mezzo della pista. Ha funzionato quella volta e funziona anche adesso.
Torno
in camera, facendo sempre molto piano. Mi vesto con movimenti impercettibili, o
almeno così credo, perché sento la tua voce piena di sonno che mi chiede dove
vado.
A
casa, ma dai dormi qui, no dai vado a casa, tranquillo, preferisco, ma guarda
che davvero non c’è problema, lo so lo so ma preferisco.
Sono
pronta, ho raccolto tutte le mie cose e indossato tutti i vestiti (a parte il
reggiseno, che metto in borsa. Poi me lo dimentico e il giorno dopo non lo
trovo e poi apro la borsa ed eccolo, fuori contesto, come un regalo bizzarro
fatto da un amico che non ti conosce bene).
Sguscio
fuori dalla tua camera, individuo giacca sciarpa cappello guanti e li indosso
alla rinfusa. Sento che ti alzi e mi raggiungi, giusto in tempo per vedermi
aprire la porta di casa.
Ma
dai sei sicura, sì dai vado, tranquillo, buonanotte, buonanotte. Mi fiondo giù
dalle scale, con la coda dell’occhio ti intravedo sulla soglia. Hai in mano la
tazzina da caffè.
Scendo
le scale a precipizio, c’è molto buio e ci vedo offuscato. Colpa della tazzina.
Apro
il portone e la notte mi è addosso, fredda e sola e bellissima.
Dalla raccolta immaginaria Altri racconti
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