Forse è passato
abbastanza tempo per poter ricordare, ricordare il caldo sotto alle coperte e
le nostre gambe a forbice e tu che mi abbracci, ancora dormi e mi abbracci da
dietro senza parlare come un bimbo grande e io sorrido al buio, forse lo senti
attraverso la mia nuca, e i capelli sparsi sul cuscino come ciuffi d'erba e noi
tassi in una tana blu, dici che sono un'ape ronzina e mi tiri i sassolini
quando camminiamo in montagna, ci andiamo assieme per la prima volta ma il
salame nel pane è lo stesso dei miei sette anni, e mi parli di tuo padre e ti
fai serio e io divento mamma, e poi il tuo cane puzzolente mi annusa e non abbaia più perché sa che sono con te, e mi fai entrare nei tuoi cassetti colorati e
mi dici, voglio tanti bambini e ho paura perché io invece no e allora stiamo
zitti, non ci teniamo per mano e il silenzio romba nella stanza come un aereo a
bassa quota, però non ci pensiamo perché il cielo è azzurro fradicio e noi
siamo qui e ora e io penso, vorrei tanto che fossi tu, e una notte mi dici che
mi ami come se parlassi tra te e te e un giorno mi risveglio bambina nuda e
allora mi arrendo perché ti amo anch'io, e tu devi partire ma ormai mi abiti
dentro come un pane nel forno, sei lievitato e mi occupi tutta e il cuore è caldo di pane, e poi piombano l'autunno e il telefono, ci vediamo riflessi come
pesci che non possono saltare da un lago all'altro e il cuscino è una pozza che
bagno sperando di trovarti lì dentro e odio le domeniche e gli aerei e tutto il
mondo dove ci sono io senza di te e allora sì, la cosa migliore è lasciar
andare, si può amare qualcuno e lo stesso lasciarlo andare e sentirsi dentro un
tasso un sasso un cane un pane un cuore caldo e non c'è più spazio per
nient'altro e allora per favore resta, resta.