Mi guardo attorno e tutto
è come l’ho sognato, anzi, meglio. I libri colorano gli spazi dove potrebbero
acquattarsi le ombre, le piante succhiano luce e la riverberano sul pavimento in barbagli che mi fanno dire, questa non è la casa degli spiriti, è casa
mia. Sono così abituata alla fantasia che la realtà mi prende alla sprovvista, è dura lasciare
la vecchia pelle, diceva il pitone Kaa nelle storie di Mowgli. Perfino la paura
può essere una scelta, se è familiare, e si può indossare il nero se veste
meglio.
Però sono stanca della paura, anche se mi ha tenuto
per mano quando non c’era nient’altro e quindi grazie, paura. Ma ora apriamo le
finestre, che entri la luce.