domenica 29 giugno 2014

La tazzina

Mi sveglio di colpo, il sonno alcolico delle cinque di mattina è molto leggero e il torpore passa quasi subito, lo sollevo come una pellicola trasparente.
Nella semioscurità localizzo vestiti, mensole ricolme di oggetti (le mie lenti a contatto in una tazzina da caffè), amplificatori, ciabatte sdrucite. La luce tenue dei lampioni filtra dalla finestra semichiusa, tutto tace.
Mi alzo, piano. Non occorre che ti svegli, ho già detto che non avrei dormito da te.
Prendo la tazzina e vado in bagno. Mettersi le lenti sugli occhi impiastricciati di trucco e cisposi per il sonno e il vino è un’impresa. Sono tutte secche, come se non bastasse. Allora faccio una cosa schifosa, a mali estremi: ci sputo dentro, un pochino, così le umidifico. Me l’ha insegnato Carlotta, una volta lei l’ha fatto su una mia lente che mi ero tolta per sbaglio, in una discoteca, nel bel mezzo della pista. Ha funzionato quella volta e funziona anche adesso.
Torno in camera, facendo sempre molto piano. Mi vesto con movimenti impercettibili, o almeno così credo, perché sento la tua voce piena di sonno che mi chiede dove vado.
A casa, ma dai dormi qui, no dai vado a casa, tranquillo, preferisco, ma guarda che davvero non c’è problema, lo so lo so ma preferisco.
Sono pronta, ho raccolto tutte le mie cose e indossato tutti i vestiti (a parte il reggiseno, che metto in borsa. Poi me lo dimentico e il giorno dopo non lo trovo e poi apro la borsa ed eccolo, fuori contesto, come un regalo bizzarro fatto da un amico che non ti conosce bene).
Sguscio fuori dalla tua camera, individuo giacca sciarpa cappello guanti e li indosso alla rinfusa. Sento che ti alzi e mi raggiungi, giusto in tempo per vedermi aprire la porta di casa.
Ma dai sei sicura, sì dai vado, tranquillo, buonanotte, buonanotte. Mi fiondo giù dalle scale, con la coda dell’occhio ti intravedo sulla soglia. Hai in mano la tazzina da caffè.
Scendo le scale a precipizio, c’è molto buio e ci vedo offuscato. Colpa della tazzina.
Apro il portone e la notte mi è addosso, fredda e sola e bellissima.


Dalla raccolta immaginaria Altri racconti

sabato 14 giugno 2014

23.12.04

      pAura di
        Morire, ma…
        Ora
        Resta
  con Me.