mercoledì 12 febbraio 2025

Cuori

Ho visto la tua mano strapparmi il cuore
Mi sono accorto che era marrone
E non quel rosso come lo disegnavi tu
Clavdio


Mio padre ha il cuore malato. Ovvero, funziona, ma ogni tanto arbitrariamente si ferma e magari poi riparte, dipende dall'elettricità. Il cuore di mio padre è una stufa elettrica, fa ottimamente il suo lavoro se c'è corrente ed è capace di scaldare una stanza intera, però se c'è un black out bisogna solo sperare che finisca presto, entro 60 secondi altrimenti il cervello è andato. Sono stati 40 i secondi di blocco quel giorno di agosto rovente mentre il medico in vacanza gli massaggiava il petto, lui disteso a terra come un telo cerato a coprire la barca ammiraglia che è sempre stato. Io flottiglia intanto parlavo col titolare del ristorante, dicendo con lucidità di addebitarmi il pranzo del dottore vicino di tavolo che stava salvando la vita a mio padre. La capacità di mantenere la calma in situazioni di emergenza l'ho presa da lui, come anche il cuore a scoppio. 
Il punto è che non esistono fattori scatenanti per il blocco cardiaco, se non minimi. I nostri cuori sono ussari in licenza che mentre corrono in un prato assolato per caso pestano una mina e pem!, e magari poi si rialzano, magari no. Questo meccanismo è un po’ il contrario di quello che governa l’ansia: invece di avere la paura irrazionale che qualcosa di terribile possa capitare, io so che può capitare e niente di più, né se, quando, dove. Che io ci creda o no, mi è molto più congeniale questo secondo scenario.
Il mio cuore insomma ha passato più di trent’anni a sobbalzare come Tokins, la nervosissima sveglia antropizzata di La bella e la bestia, per nessun motivo ovvero per tutti, come insegna quella pessima maestra che è l’ansia, fino a scoprirsi veramente difettoso e, dimenticavo, incurabile. Posso vivere solo così, sapendo che posso morire, ma non vale per tutti? Non siamo tutti sveglie pazze a carica limitata che se ne vanno nel mondo a cercare fervide e tremanti un tocco?
Forse è la volta buona che ci faccio finalmente pace, con il mio cuore.