Ci svegliamo presto,
prima Gabriele e poi io, lo sento che scalcia nel letto a castello sopra al mio
e quando do un pugno al materasso sulla mia testa tutto quello che ottengo è
un: - ...Mmm, 'fnculo -. Comunque fa troppo caldo per continuare a dormire, la
roulotte sembra la pancia di una balena che nuota in una tazza di tè e le
cicale friniscono già da un po'. Geghe
geghe geghe geghe, secondo me stanno dicendo: - caldo fa caldo fa caldo fa
caldo - nella loro lingua, è il mio rumore preferito dell'estate. Invece il mio
odore preferito dell'estate è quello della pineta, spalanchi la porta della
roulotte e arriva fresco e pungente, con qualche residuo di zampirone. Il sole
profuma di aghi di pino e il cielo sa di azzurro, non so se l'azzurro ha un
odore ma secondo me sì, ed è quello del cielo d'estate.
Io e Gabriele abbiamo
un po' di tempo per le esplorazioni prima che mamma e papà si alzino, così
saltiamo giù dalla roulotte in pigiama e ci avventuriamo nel campeggio che si
sveglia.
Gabriele è un
esploratore e un esperto di animali rari, soprattutto quelli che si nascondono
vicino alle tende altrui. Negli ultimi giorni ha già scovato un ghiratto (mezzo
ghiro e mezzo gatto), un lucertoforse (lucertola priva di coda che forse è una
lucertola ma certo non è un cucciolo di drago) e due esemplari di
cavallettarini, che sembrano normali cavallette ma di notte saltano fino al
mare e diventano cavallucci marini. Sono un po' gelosa, io non sono così brava
a stanare gli animali. Da grande voglio fare la scrittrice, io.
Siamo arrivati vicino
alla tenda dei nostri amici di campeggio, i signori della Liguria, che si sono
appena sposati e sono venuti qui in vacanza da Genova. Almeno credo che siano
sposati, lei non porta nessun anello, però lui le accarezza le gambe come fa il
mio papà con la mamma quando crede che non vediamo e a volte le loro pelli
hanno lo stesso odore, di salato e polpa di frutta. La signora della Liguria è
molto bella, Gabriele non riesce mai a guardarla negli occhi, abbassa la testa
e fissa impacciato il terreno, mi fa tanto ridere ma lo faccio di nascosto,
sennò mi picchia. É venuta un giorno alla nostra roulotte a chiedere aiuto
perché la loro tenda era invasa dalle formiche rosse, Gabriele si è acceso in
viso ed è balzato fuori, prima ancora della mamma armata di polverina anti
insetti. Poi hanno dovuto spiegargli che la polverina bianca era il sentiero
che portava al castello delle formiche rosse, e così abbiamo fatto amicizia,
con Gabriele che tracciava cerchi bianchi attorno alla tenda e i grandi che
tagliavano l'anguria.
É ancora presto, la
tenda arancione è semiaperta e si vede la signora della Liguria che riposa su
una sdraio. Ci riconosce attraverso la tenda e sorride, ci chiama per nome.
Entriamo, c'è odore di pino e sale e frutta e polvere bianca. La signora è
sola, sembra stanca ma ci sorride ancora, ci fa sedere vicino a lei e ci dà una
pesca a testa, di quelle con la buccia morbida. Gabriele come al solito non riesce
a guardarla in faccia, fissa la pesca mentre la signora ci dice che ha una
sorpresa. Lo dice a tutti e due ma guarda Gabriele che guarda la pesca, e a un
certo punto ci prende le mani e se le mette sulla pancia.
- Ho un pesciolino
d'oro qui dentro - ci dice, e la sua pancia è morbida di pesca. Gabriele alza
gli occhi e la guarda, e dentro agli occhi ha il sole del mattino.
Dalla raccolta immaginaria Altri racconti
Nessun commento:
Posta un commento