lunedì 7 maggio 2018

Gina


Gina ogni mattina passa almeno cinque minuti a toccarsi i capelli, ci infila le dita dentro e li carezza dalla base alle punte, seguendo le loro onde coi polpastrelli come a disegnare un mare in burrasca. Si dice che da giovane fosse bellissima e la sua chioma di ricci avesse fatto quasi impazzire il maresciallo dei carabinieri, che per lei aveva disertato i suoi doveri provocando un'ondata di furti e scassi come non si era più vista dal '45, quando la libertà aveva dato alla testa a tutti e si poteva comprare una radio rubata in piazza per mille lire. Gina però aveva preferito sposare Enzo, che faceva il fornaio e lavorava a una temperatura di quaranta gradi, poi usciva per andare a prenderla con il corpo ancora caldo e quando facevano l'amore lei si sentiva squagliare fino dentro le vene. Per uno scherzo del destino è morto per un colpo di calore in spiaggia tre estati fa, e Gina è rimasta sola.
Deve pensare al marito, Gina, quando prende il pane da tavola e se lo mette nel piatto senza mangiarlo, covandolo come un tesoro. Mangia tutto il resto ma il pane no, e non c'è verso di portaglielo via, bisogna aspettare la fine del pasto e solo allora Gina lascia che il piatto venga ritirato, con il pane intatto. Magari lo fa perché il pane è più duro delle pietanze da anziani e ogni tanto non le riesce di masticare bene, muove la mascella in modo scoordinato, perché non si ricorda più come si fa. Una volta le hanno portato via il pane dal piatto mentre guardava fuori dalla finestra e quando se n'è accorta ha fatto una scenata tale che ci sono volute tre persone per calmarla, strillava e piangeva come una bambina che fa i capricci. Il pane, o Enzo, Gina non l'ha dimenticato. Tutto il resto scivola via giorno dopo giorno, sbiadiscono i nomi dei figli, il giorno delle nozze, il volto della madre, il nero dei suoi ricci che facevano impazzire. Quando ogni mattina Gina li accarezza non si sa cosa pensa, o se pensa. Ma mentre piano piano si dimentica come parlare, le sue mani conservano la memoria della bellezza, del pane, dell'amore.



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